ALTRO REGALO ALLE MULTINAZIONALI DEL TABACCO, SENTITE COME USANO I NOSTRI SOLDI

Piegare il Parlamento, il lavoro delle commissioni e addirittura il potere legislativo stesso del nostro sistema democratico, per fare un favore a qualche multinazionale di turno è una vergogna, o più semplicemente, come ho già sottolineato nel mio intervento in aula, la solita marchetta infilata da qualcuno nelle pieghe di qualche testo di legge. Storia vista e rivista. Negli anni trascorsi da cittadino interessato – prima – e nei primi anni da parlamentare – poi, non sono certo mancate le occasioni in cui la peggiore politica ha dato dimostrazione di come alcune lobby e alcuni potentati economici possano arrivare come e quando vogliono, fin dentro le stanze del potere democratico italiano per fare i propri interessi finanziari, e poco importa se a rimetterci siamo sempre noi, sempre i cittadini e i loro soldi. Mentre milioni di persone continuano a varcare negli anni la soglia di povertà, i ricchi sono sempre più ricchi. Come ha abbiamo già visto con le leggi salva banche e con le agevolazioni per i concessionari dei giochi d’azzardo, ora tocca alle multinazionali del tabacco.

E quale occasione migliore del Milleproroghe in votazione in questi giorni? D’altra è una specie di tradizione, e tutti quei parlamentari che devono alimentare l’interesse economico di qualcuno, non hanno occasione migliore per speculare sulla natura generalista del Decreto, per infilarci dentro di tutto. E così la pantomima non è ovviamente mancata nemmeno nel Governo del “si salvi chi può”. E infatti è stato letteralmente infilato nella discussione della commissione Bilancio, un emendamento composto da 16 commi, vale a dire una specie di legge nella legge, una vera e propria anomalia, visto che per sua stessa natura l’emendamento è fatto per emendare, ovvero trattasi di una correzione o una modifica a un testo base. Usare un emendamento per infilare 16 disposizioni legislative su un certo tema, significa legiferare. Peraltro senza prorogare proprio nulla in un decreto che si chiama Milleproroghe. Perché il tema del quale parliamo non aveva ancora nessuna regolamentazione in materia ed ecco dove si nasconde la furbata. Vabbè, si dirà, sarà certamente qualcosa che aiuta il popolo e i cittadini italiani? Eh no, semmai il contrario. Ma veniamo alla questione.

Tutto verte sull’introduzione nel mercato ufficiale del tabacco, e quindi delle relative autorizzazioni e quindi tassazioni, delle “Nicotine Pouches”, ovvero un nuovo sistema di rilascio di derivati della nicotina, che vengono assunti posizionando questa bustina tra il labbro e le gengive. Un investimento da circa 500 milioni di euro per accaparrarsi per primi il mercato italiano, immediatamente fiutato da un colosso del settore, ovvero la British American Tobacco. Ora il punto è questo: hanno infilato nottetempo questo emendamento in una commissione fiume che è poi letteralmente esplosa, cercando di utilizzare un giochetto vergognoso che non può non essere svelato: lo Stato italiano e cioè tutti noi, dovremmo prendere dalle casse pubbliche, sette milioni di euro per coprire i mancati introiti dalle tasse pagate dal settore del tabacco perché nel frattempo viene prorogato il termine di validità di alcuni sgravi fiscali riconosciuti in passato. Nel disporre questa proroga, qualcuno ha pensato bene di introdurre nella categoria un prodotto nuovo di zecca non ancora nemmeno regolamentato che però – voilà – beneficerà degli stessi sgravi. E non può certo sfuggire che la manina che ha forzato il sistema, aveva tante dita, dalla Lega al Pd e fino al MoVimento Cinque Stelle, sì proprio loro, quelli contro il sistema, quelli delle scatolette di tonno, quelli dentro al Governo delle ammucchiate.
Non potevo non denunciarlo dinanzi a tutto il Parlamento, e ora lo condivido qui anche con voi, perché solo noi di “Alternativa” lo abbiamo fatto e lo continueremo a fare, perché francamente questo clima di restaurazione e consociativismo è esclusivamente interessato a trovare benefici per tutti tranne che per i cittadini italiani. Di nuovo!

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