Ieri durante la seduta congiunta delle commissioni Finanze e Giustizia nell’ambito dell’esame della Comunicazione della Commissione relativa a un piano d’azione per una politica integrata dell’Unione in materia di prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo (C(2020)2800 final), il consiglio nazionale del notariato tramite il coordinatore della commissione antiriciclaggio Vincenzo Gunnella, rispondendo ad una mia specifica domanda, ha suggerito l’adozione di un sistema, come attualmente vigente in Spagna che consente al notariato di comportarsi come un unico organismo collegato informaticamente.
In pratica i dati dell’atto che il notaio riceve vengono gestiti in un “data warehouse” tenuto dal Consiglio nazionale del notariato, per cui il notaio potrebbe avere l’immediata percezione se l’atto che va a ricevere è anomalo rispetto al panorama degli atti ricevuti dai suoi colleghi.
Credo dunque, dato il particolare momento storico e l’interessamento delle mafie alle aziende in difficoltà, sia urgente approfondire insieme al consiglio la reintroduzione dell’art. 38, co. 6 bis del dlgs n.231, norma che consentirebbe di creare e mettere a frutto le potenzialità informatiche di questi archivi in funzione antiriciclaggio anche per altri ordini professionali. Del resto anche il vice presidente Giampaolo Marcoz ha definito “pazzesca” la criticità da me riferita, evidenziando come semplificazione non vuol dire allentare i controlli ma renderli più snelli ed efficaci.