Finalmente qualcosa inizia a muoversi anche per le attività ricettive extralberghiere. In sede di conversione del Decreto Sostegni, alla Camera è stato approvato il mio ordine del giorno, che prevede aiuti anche per i bed & breakfast non professionali e gli affittacamere, tra le attività imprenditoriali più colpite dalla crisi economica generata dall’emergenza coronavirus e sinora lasciate prive di ristori. Le restrizioni imposte dal Covid hanno messo in ginocchio il settore, che conta migliaia di operatori, molti dei quali giovanissimi e donne. Realtà che ho potuto conoscere e apprezzare nel mio territorio, quello della provincia di Latina, ma che sono fondamentali per il turismo, tanto nel Lazio quanto nelle altre regioni italiane, in particolare nei piccoli centri. Trovo inconcepibile che tale categoria sia stata sinora così trascurata. Avevo presentato emendamenti in passato, tutti bocciati. Eppure il settore ricettivo extra alberghiero rappresenta per il Paese una modalità ormai consolidata per far vivere ai turisti, specialmente stranieri, un’esperienza unica, e al contempo offre l’opportunità di riqualificare le strutture immobiliari e di perseguire l’auto imprenditorialità. Con il mio ordine del giorno, approvato alla Camera, il Governo si è ora impegnato ad introdurre nel primo decreto utile in tema di sostegni e ristori alle imprese forme di indennizzo per i gestori di attività para alberghiere o extra alberghiere, dunque per quanti non hanno partita Iva. Spero che quanto prima, partendo dal Decreto Sostegni 2, possano arrivare tali fondamentali risorse a chi negli anni tanto ha contribuito al turismo e all’economia del Paese e in questa battaglia ringrazio per la disponibilità sinora dimostrata il ministro al turismo, Massimo Garavaglia che, subito dopo il suo insediamento, ho incontrato insieme ai rappresentanti dell’Anbba, l’Associazione nazionale bed & breakfast e affittacamere, Rosa Lotito e Angelo Malerba.
Grazie per il suo impegno, ma spero che questa volta si sostengano minimamente anche le strutture ricettive svolte in modalità non imprenditoriale, che, ad oggi, non hanno visto riconosciuto alcunché, nonostante gli introiti derivanti da tale attività siano vitali per molte famiglie italiane, che diversamente non prostituirebbero la loro casa e il loro tempo ad accogliere nei propri spazi vitali dei perfetti sconosciuti.
Gentile Cristina, il senso dell’emendamento è proprio questo. Credo che, al di là del fondo e delle relative somme stanziate, che tra pochi giorni diverranno definitive con il passaggio presso il Senato della Repubblica, si tratta di un riconoscimento storico per una categoria che paga le tasse come tutte le altre e dunque era a mio avviso incomprensibile questa discriminazione.