Migliorare costantemente il dialogo tra il fisco e i contribuenti onesti è un obiettivo che il M5S persegue sin dalla sua fondazione. E che oggi ha fatto registrare un importante progresso nella direzione desiderata. Con il Question Time 5-00913, il MEF ha accolto positivamente le richieste che io e il mio collega On. Giovanni Currò abbiamo rivolto per un potenziamento del canale telematico CIVIS. Quest’ultimo, per chi non lo sapesse, è uno strumento informatico che consente di svolgere, dall’ufficio o da casa, le stesse operazioni effettuabili presso gli sportelli fisici dell’Agenzia delle Entrate. Riducendo, di conseguenza, le code, le perdite di tempo, la frustrazione e anche i rischi connessi agli spostamenti per recarsi in Agenzia, che producono inquinamento atmosferico e spreco di carta.
Senonché, in molti casi l’utilizzo di CIVIS risultava limitato sul piano temporale. Per le comunicazioni di irregolarità – che interessano, ogni anno, milioni di contribuenti – l’uso del canale era circoscritto ai primi trenta giorni dalla ricezione dell’avviso. Coincidenti con il termine per il pagamento della sanzione ridotta al 10%. Oltrepassato il quale, tuttavia, non restava che tornare a far la fila allo sportello: un controsenso. Soprattutto nei confronti di quanti, cittadini ed imprese, hanno saldato regolarmente le imposte dovute e, perciò, hanno diritto a rispondere alle richieste del fisco con la dovuta calma e comodità.
Per superare questa restrizione abbiamo chiesto che CIVIS accetti le difese dei contribuenti in qualsiasi fase del procedimento e non solo nel ristretto termine dei primi trenta giorni: l’Amministrazione Finanziaria ha condiviso lo spirito della proposta e si è impegnata a rimuovere tale vincolo.
Non era solo l’occasione per migliorare alcune tecnicalità del canale telematico. Ma anche e soprattutto quella di ribadire il fondamentale diritto del contribuente onesto all’autotutela, anche al di fuori delle aule giudiziarie e in qualsiasi momento, senza subire costi ed aggravi amministrativi. Perché l’Agenzia delle Entrate non è un qualunque creditore, ma un’istituzione primaria dello stato di diritto che deve accogliere sempre le ragioni dei cittadini, se fondate. Anche in via telematica, dunque, nell’era della digitalizzazione.