Vedere ancora una volta il nome della provincia di Latina, la mia terra, associato a episodi di corruzione e in questo caso addirittura a uno scambio elettorale politico-mafioso mi rattrista profondamente. La Direzione distrettuale antimafia di Roma, la Procura di Latina, la Polizia di Stato e l’Arma dei carabinieri stanno svolgendo un lavoro eccezionale. Quello che manca tra Aprilia e il Garigliano è la politica. Manca un codice di autoregolamentazione o se c’è, a quanto pare, non viene utilizzato. Un conto è essere indagato e uno essere condannati in via definitiva. La presunzione di innocenza vale per tutti. Ma quanto emerso, guardando soltanto agli ultimi arresti, nell’inchiesta sulla concorsopoli Asl e in quella sugli affari del clan Di Silvio in campagna elettorale è comunque gravissimo. Non si può restare indifferenti dinanzi a un ex senatore, ex componente della commissione parlamentare antimafia e ormai anche ex segretario provinciale del Partito democratico, Claudio Moscardelli, arrestato per corruzione e intercettato mentre cercava di favorire illecitamente candidati a un posto di lavoro da amministrativi nell’Azienda sanitaria, favorendo uomini e donne del partito in una fase storica in cui chi non ha santi in paradiso non sa neppure come fare per mettere insieme il pranzo con la cena. E non si può neppure ignorare che un imprenditore del settore dei rifiuti, per la Dda, pagava un clan mafioso per acquistare voti a favore di un candidato della Lega, Matteo Adinolfi, sperando poi che lo aiutasse nell’allargare ulteriormente a Latina il proprio raggio d’affari. Senza contare che, quando sono emerse le prime notizie sulla vicenda, era appena iniziata la campagna per le europee e la Lega non si è fatta alcuno scrupolo a candidare Adinolfi, facendogli così ottenere un seggio a Bruxelles. Auspico che vengano ora fatti controlli rigorosi in tutti i Comuni dove ha appalti la ditta Del Prete, per accertare che non siano stati frutto di fenomeni corruttivi, e che tutti i partiti si decidano a porre al centro del dibattito la questione morale. C’è bisogno di buona amministrazione, di trasparenza e c’è bisogno di regole certe. Continuare a negare e basta, come fanno da tempo Pd, Lega e troppi altri partiti, non serve. I tempi in cui le indagini per corruzione restavano anni nei cassetti, come è accaduto in quella che riguarda il sud pontino e su cui ancora pendono richieste di giudizio, fortunatamente sono finiti. La provincia di Latina è in crisi, come il resto del Paese, e le risorse del Recovery Fund non possono trasformarsi nell’ennesima occasione per far arricchire gli amici degli amici anziché risollevare un territorio che si trova davanti quella che forse è l’ultima chance di riscatto.