Avevamo promesso di aiutare le piccole imprese, gli artigiani e i professionisti a guadagnare in crescita e competitività. Abbiamo iniziato a farlo rivedendo le norme e i regimi fiscali in un’ottica più equa e favorevole alla libera iniziativa.
Dal 2019 le partite IVA potranno finalmente beneficiare di tutta una serie di riduzioni e semplificazioni destinate non solo a ridurne il carico fiscale ma anche a risparmiare tempo e denaro nelle relative incombenze amministrative.
Grazie all’estensione del regime forfettario fino a 65 mila euro di fatturato annuo , aumenta la platea di imprenditori e lavoratori autonomi che potranno godere dell’imposta sostitutiva al 15% (ridotta al 5% per i primi cinque anni per le start up). Ai beneficiari è garantita l’esclusione dall’IVA, dall’IRAP e dalle addizionali regionale e comunale all’IRPEF. Nonché l’esonero da scritture contabili, indici di affidabilità finanziaria e fatturazione elettronica.
Non solo una minore tassazione ma anche un fisco più semplice, chiaro e meno impegnativo sul piano contabile e dichiarativo.
Affinché chi investe la propria esistenza nel lavoro quotidiano possa provvedervi senza essere continuamente disorientato ed afflitto da crescenti adempimenti amministrativi e dalla paura di multe e sanzioni.
Dal 2020 ci sarà anche l’aliquota piatta al 20% per piccole imprese, artigiani e professionisti con redditi compresi tra i 65 mila e i 100 mila euro: chi uscirà dal regime forfettario, quindi, ne troverà un altro altrettanto favorevole e semplificato ad accoglierlo. (regime forfettario + imposta flat 20%)
Con questa manovra poniamo attenzione anche alle imprese più grandi affinché siano favorevolmente stimolate ad investire sulla forza lavoro e sull’acquisto di nuovi beni strumentali: a decorrere dal 2019, garantiamo una riduzione strutturale dell’aliquota IRES dal 24% al 15% (ben nove 9 punti percentuali) sugli utili accantonati a riserve, corrispondenti alla somma tra gli investimenti effettuati in beni strumentali materiali nuovi e il costo sostenuto per l’incremento del personale dipendente assunto con contratto a tempo determinato o indeterminato. (mini IRES)
Inoltre, con un emendamento alla Legge di Bilancio raddoppiamo la deducibilità Imu sui capannoni delle imprese. Questo farà risparmiare ai nostri imprenditori ulteriori 290,3 milioni di euro nel 2020 e 166,9 milioni a decorrere dal 2021.
Abbiamo affrontato e risolto il problema del riporto delle perdite per le imprese in contabilità semplificata che, negli anni passati, hanno optato per il regime di cassa. Colmando così una lacuna normativa che ha reso difficoltoso e sconveniente per tanti piccoli imprenditori l’opzione per tale regime. La misura riconosce, infatti, anche ai soggetti IRPEF, a prescindere dal tipo di contabilità adottato, la possibilità di riporto in avanti illimitato delle perdite nell’ambito della determinazione del reddito d’impresa. A regime, le imprese in contabilità semplificata potranno scomputare le perdite d’impresa registrate in un dato esercizio dai redditi d’impresa degli esercizi successivi, senza limiti di tempo, purché in misura non superiore all’ottanta per cento del reddito imponibile di ciascun periodo di imposta, e per l’intero importo che trova capienza in tale ammontare
Infine estendiamo la cedolare secca al 21% anche agli immobili commerciali che finora erano esclusi e che si prevede favorirà notevolmente l’emersione di redditi sottratti alla tassazione.
Finalmente le piccole e medie imprese di questo Paese trovano nel Governo un loro fedele alleato.
In materia di efficientamento energetico, proroghiamo ed estendiamo al 50% le detrazioni per gli investimenti di ristrutturazione edilizia.
Prevediamo una nuova detrazione al 50% per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici finalizzati all’arredo di immobili ristrutturati.
C’è poi l’ecobonus, la proroga ed estensione delle detrazioni al 65% per la riqualificazione energetica su singoli immobili. Infine è prevista la proroga della detrazione al 36% per la sistemazione del verde su aree scoperte di edifici privati.
Con un emendamento alla Legge di Bilancio incentiviamo gli investimenti nel potenziamento delle competenze dei dipendenti per incrementare sviluppo e competitività.
Lo facciamo attraverso un credito d’imposta del 50% per le spese relative al personale dipendente impegnato nelle attività di formazione, riferite alle ore o alle giornate di formazione sulle tecnologie abilitanti del Piano Nazionale Impresa 4.0.
Per le medie imprese è previsto un credito d’imposta del 40%, mentre per le grandi del 30%. 250 milioni in tutto per una incisiva digitalizzazione delle aziende italiane nell’ottica di sviluppo delle tecnologie emergenti.
Infine e concludo:
Ho sentito qualcuno dire che aumentiamo le tasse alle imprese. Non è vero. La realtà è che aumentiamo le tasse a banche, assicurazioni e gioco d’azzardo e sgravare finalmente le piccole e medie imprese e le partite Iva.
È un cambio di rotta decisivo rispetto alle politiche precedenti, che facevano pagare ai più piccoli le folli politiche di austerità portate avanti a livello pubblico.
Daremo un po’ di respiro a tutti quegli imprenditori che non hanno mai mollato, che hanno investito risorse nelle proprie aziende, che pur di non licenziare i propri dipendenti si sono anche indebitati. Questa manovra è per loro, è per chi ci ha messo il cuore ed io ne sono fiero.