Variante, Tangenziale o Pedemontana di Formia – tanti nomi per una sola strada. Ma non una strada qualunque, bensì una che avrebbe potuto rivoluzionare la viabilità del sud pontino. Purtroppo, dal 1996 ad oggi, questo progetto è stato usato come un mero strumento elettorale e come un salvadanaio per foraggiare ingegneri, architetti e società di progettazione. Potete trovare tutta la storia qui, https://shorturl.at/cdlv2 se avete il coraggio di affrontarla.
Sono trascorsi due anni da quando ho cessato di sollecitare gli enti responsabili, prima per ottenere informazioni e documenti riguardanti l’opera e poi per spingerli ad accelerare il processo burocratico. E cosa ho scoperto dopo tutto questo tempo? Che il processo autorizzativo si è bloccato, non ufficialmente perché, non sappiamo se il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha ricevuto (e quindi risposto) l’integrazione della provincia e le osservazioni del CISAF, il Comitato per l’incolumità Stradale di Formia.
Sappiamo con certezza che il tracciato dell’opera attuale è piuttosto insolito. Immaginate una tangenziale che inizia da Via Pietra Erta, si inerpica sulle montagne seguendo un tracciato piuttosto tortuoso, percorre diversi chilometri e poi scende dopo la tomba di Cicerone per terminare su Viale Unità d’Italia, tra il supermercato MD e il negozio Offset! Insomma, un percorso sicuramente da migliorare.
Un altro aspetto problematico è l’espansione urbana incessante del territorio montano, che ha portato a un incremento delle costruzioni negli anni, limitando di conseguenza gli spazi disponibili per la strada. E poi, mancano all’appello circa 453 milioni di euro. Non proprio bruscolini, vero?
Quindi, ci arrendiamo e siamo condannati al traffico? Nel corso degli anni, il traffico ha messo a dura prova le infrastrutture territoriali, come ponti, viadotti e cavalcavia, che sono ormai logore e hanno causato una congestione della rete stradale nel tratto che va da Santa Croce fino a S. Agostino.
E non parliamo solo del traffico estivo, ma dell’aumento del passaggio di automezzi pesanti e talvolta eccezionali che creano disagio e difficoltà ai cittadini. Solo per citare alcuni siti che generano traffico, come il porto commerciale di Gaeta, il MOF di Fondi in aggiunta al transito smisurato di automezzi che evitano l’autostrada per il collegamento dal casello autostradale di Cassino fino alla zona industriale di Roma Sud.
Un’intera comunità che al solo udire di “pedemontana” suscita ilarità e illusione. Allora il problema è tutto politico, perché in questi anni chi è stato seduto per decenni negli scranni della politica nazionale tipo Fazzone e Regionale si è occupato solo di coltivare il proprio orticello, invece di risolvere problemi comprensoriali.
Il sottoscritto, solo per ottenere le ‘carte’, metterle in ordine, per consultare tecnici territoriali, tecnici del Ministero, tecnici dell’ANAS e financo andare a parlare con il Ministro e il suo staff tecnico ho impiegato circa due anni! È stato un periodo intenso, durante il quale è stata addirittura presentata una denuncia alla Procura di Roma, a causa della ‘perdita dei documenti’ da parte della Regione Lazio. La mia curiosità si è concentrata su come sono stati spesi gli ultimi cinque milioni di euro destinati a studi, carotaggi e analisi sulla fattibilità dell’opera.
E qui arriviamo al dunque. Siamo tutti d’accordo che questa infrastruttura è necessaria e non più rinviabile. La proposta del commissario straordinario per l’opera è stata da me presentata, come unica soluzione rapida e risolutiva. Ma la vera domanda è: siamo pronti a fare squadra per realizzarla? Perché, la debolezza di fare squadra dei cittadini è il vero ostacolo all’opera. Sì, avete capito bene. Non sono i soldi, non è il tracciato, non è la burocrazia, non sono i politici. Siamo noi. Fino a quando continueremo a ridere all’udire di ‘pedemontana’, fino a quando continueremo a lamentarci senza fare nulla, questa strada rimarrà solo un sogno.