Sulla Pedemontana di Formia ci hanno mentito. Lo hanno fatto tutti quei politici che da quasi venti anni ci hanno fatto credere che la realizzazione di un’infrastruttura vitale per il sud pontino fosse dietro l’angolo, che era sufficiente trovare le ultime risorse e sarebbero partiti i cantieri. Mi sembrava strano che non si riuscissero a recuperare pochi fondi mancanti per un’infrastruttura del genere e mi ero impegnato a reclamarli con una serie di emendamenti. Ma qualcosa continuava a non convincermi e alla fine, con un accesso agli atti e arrivando interloquire con i vertici dell’Anas e del Ministero dei trasporti, dove ho incontrato la stessa ministra Paola De Micheli, la verità è venuta a galla. Anche con la cosiddetta Pedemontana light non bastano, come assicurato sinora, 172 milioni di euro, ma ci vogliono tra i 300 e i 350 milioni. Me lo ha assicurato l’ing. Antonio Scalamandrè, responsabile Coordinamento Progettazione-Direzione Progettazione e Realizzazione Lavori di Anas, e ribadito la ministra De Micheli. Poi c’è il problema del progetto. Sono stati spesi 2,4 milioni per il progetto e 1,3 milioni per prove indagini e monitoraggi, per cui al momento pende una richiesta di ulteriore approfondimento in Regione Lazio sul loro fattivo utilizzo. Forse tra 10 giorni potrebbe partire il progetto di fattibilità, per poi passare a settembre al Consiglio superiore dei lavori pubblici, ma ci vorranno tra i 7 e i 14 mesi per ottenere la valutazione di impatto ambientale e tra i 2 e i 3 anni per il progetto definitivo. Servono circa 200 autorizzazioni, le prime relative alle valutazioni ambientali ed archeologiche, e l’appaltabilità è stimata nel 2024. Questa è la dura realtà. Un bluff andato avanti per un ventennio. Sono sconcertato che nessuno si sia preso la briga in tutto questo tempo di verificare quale fosse esattamente la situazione e di spingere affinché la Pedemontana diventasse una realtà e non il solito spot elettorale. Tutto questo che ho scoperto è grave e mi conferma, ricevute anche critiche per il mio impegno, nell’idea che ho espresso di recente su qualche esponente politico che assicurava di avere un canale aperto con il Mit, dove si recava per far andare avanti tale opera: al Ministero forse è andato a prendere solo il caffè e pure al distributore automatico. Chi è responsabile di tutto ciò dovrebbe dare delle spiegazioni e sono pronto a sostenere in tal senso anche un confronto pubblico. Il vero problema però, venute a galla le bugie, è arrivare ora a collegare il basso Lazio con la rete autostradale. Ho così coinvolto appunto sulla Pedemontana i vertici dell’Anas e del Ministero. La ministra De Micheli, che ho incontrato insieme all’architetto Davide Di Cola, alla presenza del prof. Giuseppe Catalano, coordinatore della struttura tecnica di missione, e dell’assessore regionale alla mobilità Mauro Alessandri, mi ha detto che le risorse si possono trovare. Farò tutto quello che mi è possibile perché questo avvenga e continuerò a impegnarmi con l’Anas affinché il progetto vada avanti. Partendo da un confronto sul tracciato previsto a breve. Servono trasparenza e fatti concreti. E con questo spirito riferisco quanto ho accertato e ribadisco il mio impegno affinché il sud pontino esca da un mortale isolamento