Pontile Petroli: Emergenza Invisibile o Minaccia Ignorata?

La mia prima attività appena diventato parlamentare è stata occuparmi della sicurezza del Pontile Petroli di Gaeta, un’infrastruttura di rilevanza strategica per il territorio, con potenziali rischi ambientali e sanitari legati alla sua gestione. Ho avviato un’intensa attività istituzionale per ottenere risposte chiare e documenti ufficiali necessari a garantire la tutela dei cittadini e dell’ambiente.

Nel novembre 2018, durante un incontro con l’Autorità di Sistema Portuale e i rappresentanti di Eni, è emerso che la concessione del pontile era stata prorogata di soli 4 anni invece dei consueti 10, accelerando così la necessità di una possibile delocalizzazione. Abbiamo quindi richiesto di sapere se esistano la valutazione di sicurezza portuale e il piano di sicurezza dei porti, se sia stato predisposto un rapporto integrato di sicurezza e i piani di emergenza, se il pontile petroli abbia una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), e se l’Autorità Portuale abbia imposto a ENI gli adeguamenti di sicurezza richiesti dalle normative. In caso di violazioni, abbiamo chiesto se siano state avviate azioni per tutelare la sicurezza dei cittadini.

Purtroppo, nonostante le promesse di trasparenza, quei documenti non sono mai stati consegnati. Nel febbraio 2019, ho sollecitato direttamente i vertici nazionali di Eni, incontrandoli presso la Camera dei Deputati. Anche in quell’occasione, nonostante l’illustrazione dei lavori di manutenzione previsti e delle misure antincendio, le richieste formali di accesso agli atti sono rimaste senza risposta.

Mi chiedo: perché Eni non ha mai consentito la lettura dei documenti richiesti? Hanno forse qualcosa da nascondere?

Cosa impedisce di condividere i risultati delle analisi tecniche, come i rapporti sulle verifiche strutturali, i protocolli di gestione delle emergenze e le valutazioni di impatto ambientale? Se le infrastrutture sono davvero sicure, perché non dimostrarlo con trasparenza? È accettabile che informazioni così cruciali per la salute pubblica e l’ambiente restino secretate?

Questi interrogativi non sono solo miei, ma rappresentano preoccupazioni condivise da tutti i cittadini che hanno a cuore la sicurezza e il benessere del territorio. La tutela del nostro ambiente non può essere trattata come un affare riservato. Deve diventare una priorità pubblica, verificabile e accessibile a tutti.

Questo tema non deve emergere solo in seguito a eventi tragici come l’esplosione di Calenzano. La sicurezza del Pontile Petroli di Gaeta deve rimanere una priorità assoluta, indipendentemente dagli eventi di cronaca. Non possiamo permetterci di aspettare che accada qualcosa per agire.

La questione non deve rimanere un dibattito aperto o un’emergenza costante, ma deve essere effettuata una delocalizzazione! Che non diventi l’ennesimo caso conosciuto, dibattuto ma mai affrontato e risolto.

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