Pronto Soccorso, Ospedale di Latina in affanno

Il giorno del picco (21/01/2020) di presenze all’ospedale “Goretti”, Dea di II livello, ha messo alla luce, ancora una volta, la risposta inefficace di Asl Latina alle emergenze. Alle ore 15 (riportano fonti di stampa) erano presenti centoquindici pazienti in attesa (35 dei quali in attesi di ricovero).  Il salto tecnologico nella diagnostica del capoluogo di provincia non può e non deve far dimenticare il disagio quotidiano che si vive nei Pronto Soccorso di Latina, Terracina e Formia, soprattutto dopo la trasformazione dei Punti di Primo Intervento in Punti di Assistenza Primaria. Non può anche perché la diagnostica non è distribuita in modo omogeneo lungo tutta la provincia e soprattutto a Sud, dove la carenza della risonanza magnetica, a 7 anni dall’acquisto, costringe ancora a viaggi della speranza. L’assessore regionale alla sanità D’Amato ci ha rassicurato nei giorni scorsi con dati che sembravano da interpretare come uno scatto in avanti nella medicina d’Emergenza. Purtroppo i dati diffusi su base regionale – con una riduzione del 30% del tempo per chi è in via di ricovero e del 13% per chi è invece viene dimesso senza ricovero – contrastano con quanto succede nella provincia di Latina. Né si può dire che la sofferenza del reparto sia estemporanea, perché proprio un anno fa’ si verificò esattamente la stessa situazione, tanto che presentai una interrogazione parlamentare e successivamente in estate mi recai in pronto soccorso insieme al vice – presidente della commissione regionale Loreto Marcelli trovando situazioni di promiscuità che, evidentemente, si ripetono. Leggere di mamme costrette a tenere in braccio i propri figli con le flebo è un’immagine vergognosa per un paese che si definisce civile.

In questi frangenti il personale medico ed infermieristico, sempre con la massima professionalità, si barcamena tra chi alza la voce e chi minaccia. Per quanto riguarda i PAP invece mi è stato segnalato che, pure per fare una semplice iniezione antitetanica, è necessario recarsi prima in farmacia ad acquistare il necessario. Mi rivolgo dunque ancora una volta al direttore generale Casati: Cambi passo e ridia finalmente ai cittadini un servizio efficiente e dignitoso. Prenda atto finalmente che l’affluenza del nosocomio Santa Maria Goretti è simile a quella delle grandi strutture ospedaliere romane!

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