Retroporto di Gaeta, strategica l’area Eni in vendita

Ho dedicato in queste ultime settimane diverso tempo ad approfondire la questione della vendita del complesso immobiliare Eni. Si tratta di un’area “consortile” situata all’interno del deposito costiero di “Arzano” (Gaeta) per un totale di 59.600 mq, al cui interno insistono anche 4 edifici. Avevo già segnalato la strategicità dell’area per l’intero comprensorio. È chiaro che, essendo situata in posizione “retroportuale” ed in considerazione delle sue dimensioni, chi controllerà la stessa avrà una posizione preminente sul futuro del porto di Gaeta. Tra l’altro l’area è alienata senza ancora un piano particolareggiato, e con bonifica a carico dell’acquirente. Particolari che, insieme ai flussi di capitale che detti investimenti comportano, destano non poche preoccupazioni e che mi hanno spinto già prima della scadenza delle offerte, previste per il 16 settembre, a manifestare preoccupazione all’Autorità di Sistema ed alla stampa.

In vista della proroga della scadenza della presentazione delle offerte al 30 gennaio, ho dunque avuto una serie di incontri con il Mise ed alcuni enti territoriali per capire se fosse possibile un’iniziativa pubblica, nel presupposto di mettere a disposizione l’area di tutti gli operatori portuali che ne manifestassero interesse.

Purtroppo la risposta dell’Autorità è stata tardiva. Il presidente Di Majo ha infatti manifestato difficoltà burocratiche e finanziarie che tuttavia ritengo che, se manifestate per tempo, potessero essere superate. Rimangono invece ancora in piedi le ipotesi Cosind e Comune di Gaeta. Considerando quanto già detto sopra spero sia stato valutato oculatamente l’interesse pubblico che detta area riveste per lo sviluppo futuro della città  dell’intero comprensorio, considerando anche l’operazione Zls in cui l’Autorità sta riversando tutto il suo impegno e per la quale ho messo a disposizione le mie competenze. Dallo sviluppo del porto e dal suo collegamento con Cassino ed il Mof di Fondi dipende il futuro dell’intero Basso Lazio, in termini di logistica e flussi turistici. È una battaglia campale in cui sto coinvolgendo tutte le istituzioni preposte.  Spero vivamente che su queste problematiche si possa pervenire ad una visione allargata e condivisa, ed uscire da logiche ristrette che finora non hanno permesso di pervenire ad una programmazione in grado di far uscire il territorio da una prolungata fase di stallo con un indirizzo economico chiaro. 

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