Sarò tra i promotori del comitato per il SI al taglio dei Parlamentari in provincia di Latina. Il referendum del 29 marzo vedrà il movimento 5 stelle in prima linea, insieme a tutti coloro che si oppongono ai parassiti della politica. Siamo cittadini maturi e possiamo fare volentieri a meno di 345 deputati e senatori stipendiati con i nostri soldi. Del resto molte competenze, con la modifica del titolo V della Costituzione, sono ormai di pertinenza delle regioni. Nei partiti tradizionali pensano invece di conservare la poltrona. Nonostante hanno votato a favore della legge già 4 volte, due alla Camera dei deputati e due al Senato della Repubblica, al loro interno sono spuntati i “pentiti”. Hanno chiesto il referendum perché hanno paura di andare a casa. Finiamola con questi ragionamenti da casta, sono davvero poco “onorevoli”!
Nel Movimento 5 Stelle dopo due mandati si torna alla vita di tutti i giorni. Per i politici della nostra provincia invece viene prima la remunerazione e poi il servizio! Cumulano i vitalizi del parlamento con quelli della Regione, ma si sentono infastiditi dalle domande dei giornalisti.
Vincenzo Zaccheo ad esempio ha accampato la scusa di aver dovuto investire in campagne elettorali “per il partito”, quando sappiamo benissimo che tutti i partiti, escluso il Movimento 5 Stelle, ricevono il finanziamento pubblico dello Stato. Altro esempio sotto gli occhi di tutti è Enrico Tiero, a cui, dopo 15 anni di assessorati e cambi di casacca ed un ruolo così in vista dentro Fratelli d’Italia come vice portavoce regionale, non dispiace la nomina a Capo di Gabinetto del Presidente Carlo Medici in quota PD. Si avete capito bene partito democratico. Il partito che viene attaccato tutti i giorni da FDI e dalla leader Giorgia Meloni apostrofando questo governo con “abusivo”, “incapace” e “disastroso”. Non si scompone neppure un po’ di ricevere, grazie ad una decisione squisitamente politica, un incarico che gli dà lo stesso stipendio di un dirigente. Rinunciare? E perché mai? Tiero da una parte fa politica attiva ed è uno dei dominus principali in questo territorio di Fratelli d’Italia, dall’altra parte viene nominato dalla politica ad un incarico di prestigio, in un ruolo che, tra l’altro, era stato abolito precedentemente, proprio considerando i costi elevati a carico dei contribuenti.
Le province sono state depotenziate proprio per alleggerire il peso della macchina amministrativa sullo Stato, ma a Latina, invece, si mette un macigno in più! Nel 2020 purtroppo dobbiamo ascoltare ancora sermoni sulla necessità che il territorio sia adeguatamente rappresentato. Si tenta di rinviare il referendum con ogni mezzo, invocando anche il “Coronavirus”. Non lasciamoci abbindolare, la riduzione degli eletti sarà uguale in tutta Italia! Contro il conservatorismo pretendiamo invece uno stato più moderno e processi decisionali snelli e partecipati. Cosa si vuole conservare? La politica dei capi bastone? Quelli che hanno bastonato un intero territorio rubandogli il futuro?